10.000 orti in Africa – Slow Food

Realizzare 10.000 orti buoni, puliti e giusti nelle scuole e nei villaggi africani significa garantire alle comunità cibo fresco e sano, ma anche formare una rete di leader consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura; protagonisti del cambiamento e del futuro di questo continente.


Cogliendo l’occasione dell’incontro con Carlo Petrini, organizzato in collaborazione con Partecipare il presente e Banca Etica, avevamo deciso di chiudere il nostro percorso 2017 con un gesto concreto di solidarietà, aderendo alla campagna promossa da Fondazione Slow Food “10.000 orti in Africa”.

Nel corso della serata abbiamo esteso l’invito a contribuire a questa iniziativa anche al pubblico convenuto, che ha risposto con grande generosità: sono stati raccolti, infatti, 693,10 euro. A questi si sono sommati altri 300 euro da parte di Partecipare il presente e altri 307 euro da parte della scuola sociale di S.Agnese. Tolte le spese per l’auditorium, i restanti 1.100 euro sono stati versati alla Fondazione Slow Food .
E’ stato quindi adottato un orto del valore di 900 euro.


Cosa sono gli Orti in Africa?

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  • Sono realizzati da una comunità
  • Si basano sull’osservazione
  • Non hanno bisogno di grandi spazi
  • Sono spazi di biodiversità
  • Producono i loro semi
  • Sono coltivati con metodi sostenibili
  • Preservano l’acqua
  • Sono aule all’aria aperta
  • Sono utili, ma anche divertenti
  • Sono in rete

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L’orto comunitario di Aboena si trova a 4,5 chilometri a sud della città di Ihosy, nella regione di Ihorombe. Ha una superficie di 15 are (all’incirca 1500 metri quadrati) ed è stato realizzato da 7 membri, di cui 4 donne e 3 uomini che beneficiano del supporto di Slow Food International relativo al progetto dei 10.000 orti in Africa.
I membri della comunità coltivano canna da zucchero, zucche, patate dolci, cetrioli, “petsaï” (ortaggio appartenente alla famiglia delle Brassicacee), “tissam”, “anamalao”, porri e morella. Il progetto finanziato da Slow Food è il primo di cui i membri del gruppo beneficiano.
Essi coltivano l’orto praticamente lungo tutto l’anno in quanto la presenza del vicino fiume Vavaranon’Ihosy facilita l’irrigazione dei campi.
Un tempo ciascun membro aveva il suo proprio pezzo di terra. Dopo aver parlato con i responsabili di Slow Food, tuttavia, essi si sono convinti dell’opportunità di organizzare un orto comune, in quanto per qualsiasi attività svolta vi è una maggiore mutualità.
Dopo aver ricevuto un’adeguata formazione, i membri del gruppo ricorrono a fertilizzanti biologici quali il letame di zebù, di maiale e di volatili.
L’orto rappresenta una buona occasione per scambiare con gli altri produttori locali informazioni e sementi.
I membri del gruppo stanno pensando di ridurre la coltivazione del riso (limitandosi a produrre quanto basta per loro) di modo da aumentare la produzione di prodotti ortofrutticoli e legumi.

Area
Città d’Ihosy, regione di Ihorombe

vedi la pagina dell’orto nel sito Slow Food 

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